Ineos, Vasil Kiryienka ripercorre la carriera dopo il ritiro: “La vittoria del Tour 2017 con Froome è stato il momento più bello”
Vasil Kiryienka parla ormai da ex corridore. Il bielorusso del Team Ineos, infatti, ha annunciato ieri il ritiro dalle corse professionistiche, a causa di un problema cardiaco che l’aveva costretto a fermarsi anche all’inizio del 2019. L’iridato a cronometro del 2015 si è raccontato in un’intervista con ciclo21, tracciando un bilancio della sua carriera, tra gioie e delusioni, ricordando anche le persone che sono state fondamentali per lui durante il tragitto. Il trentottenne ha ricordato tutti i momenti in cui ha lavorato a lungo per la squadra, rivelando di ricordare con particolare affetto la vittoria del Tour 2017 di Chris Froome.
“Sono soddisfatto della mia carriera – ha subito precisato – Ho ottenuto delle vittorie e anche importanti, ad esempio quattro successi di tappa nei GT. E soprattutto ho l’intero podio iridato a cronometro e ho vinto il mondiale su pista. Negli ultimi tempi ho aspettato sempre i mondiali perché erano un’ottima opportunità per mettermi in mostra. Negli ultimi dodici anni ho corso al massimo livello e sono riuscito a vincere in prima persona e con il team. Mi tengo stretto il Tour vinto da Froome nel 2017. Sono orgoglioso di aver fatto parte di quel gruppo di colleghi così forte e unito. Se non ricordo male difendemmo la maglia per tutto il Tour, tranne quattro giorni, prima con Geraint Thomas e poi con Chris fino a Parigi. È stato il momento migliore della mia carriera, perché per me fu molto importante sentirmi parte di tutto quello”.
Nel salutare il ciclismo, poi, Kiryienka ci ha tenuto a ringraziare quattro persone: “Sicuramente ho dei bei ricordi. Sono stato fortunato ad avere belle persone al mio fianco e non posso lamentarmi di nulla. Credo di essermi sempre comportato bene e allo stesso tempo mi sono sentito supportato. Devo solo ringraziare quattro persone che mi hanno aiutato in questo percorso. Il primo è Oleg Tinkov, che mi ha aiutato tantissimo in un momento difficile per me, in cui non ero nemmeno sicuro di voler continuare con il ciclismo. Eusebio Unzué mi ha invece dato la possibilità di affrontare il calendario migliore, ho ottenuto delle vittorie, ho lavorato per un capitano come Valverde e ho conosciuto la Spagna, che mi resterà sempre nel cuore. Non posso dimenticare nemmeno il mio agente, Giuseppe Acquadro, che è stato sempre al mio fianco e mi ha aperto le porte dei migliori team. Che dire poi di Dave Brailsford, lui e la squadra mi hanno sempre supportato, anche adesso, per permettermi di migliorare la mia saluta e fare una buona vita in futuro”.
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